“Il Premio Roberto Visintin è come quei venti e quelle acque capaci di superare ogni argine imposto, perché dedicato a un uomo che attraverso l’amore per la cultura, la letteratura e la Storia aveva fatto della volontà di condivisione e della sete di conoscenza le pietre miliari della propria esistenza. L’associazione Apertamente e la famiglia di Roberto proseguono così nel solco da lui indicato e nel modo migliore per rendere onore alla sua figura: con un premio che porta il suo nome e con cui si promuovono le mescolanze fertili, il plurilinguismo fruttuoso, la memoria condivisa di questi territori, dove la frontiera tra idee, popoli e mercati è stata spesso virtuosa, talvolta sanguinosa, certamente mai banale. Il premio Visintin rappresenta alla perfezione il tratto migliore di queste zone di confine: è l’azione di uomini che costruiscono e non distruggono”. Come nello spirito di Nova Gorica – Gorizia 2025.

Prima edizione
Il Letargo degli orsi a Sarajevo” di Matteo Femia

Una raccolta di racconti brevi e meno brevi dall’intersecazione innovativa e molto interessante. Ogni novella sembra essere parte di un insieme romanzesco che rincorre la storia e oltrepassa i tempi. “Il letargo degli orsi a Sarajevo” parla di pluralità, mescolanze e migrazioni. Tutti fattori che hanno sempre contraddistinto territori in costante movimento: proprio come quelli descritti in queste pagine, dove nove storie di genti vissute tra confini veri e presunti vengono romanzate lungo tutto il corso del Novecento, attraverso quella linea sottile che unisce Friuli Venezia Giulia, Slovenia, Croazia e Bosnia. Frontiere in cui lingue e culture differenti da sempre convivono con armonia e con tenacia, o invero con difficoltà e sofferenze, avvolte da una natura irrequieta proprio come i popoli che l’abitano.

Matteo Femia, nato a Cormons (Gorizia), dove tuttora vive ha lavorato come giornalista pubblicista per varie testate e ora a Telefriuli. Recentemente ha pubblicato, sempre per lo stesso editore, il libroUn soffio di vento a Buenos Aires. L’epopea di una famiglia tra Friuli, Balcani e Argentina


Seconda edizione 
La sopravvissuta” di Irma Hibert
La cicala di Belgrado” di Marina Lalovic

Irma “La sopravvissuta”, nasce nel 1980 a Sarajevo, città che lascia nel luglio 1995 quando fugge a Trieste da sola, a pochi mesi dalla fine della guerra e dagli accordi di pace di Dayton. Una ragazzina che vede esplodere il proprio mondo, fatto di sicurezze e abitudini e sogni, e si trova catapultata all’improvviso in un quotidiano in cui anche le azioni più comuni e banali diventano difficili e pericolose, con l’aggravante di non riuscire a capire le ragioni di quell’esplosione. Un quotidiano in cui le relazioni familiari e interpersonali in generale si modificano, si congelano e sembrano non rasserenarsi nemmeno dopo la fine del conflitto, a causa di un non ritorno alle proprie radici.

Irma Hibert  è nata a Sarajevo nel 1980. Si trasferisce a Trieste durante la guerra civile in Bosnia. Laureata in lingue e letterature straniere, termina il suo percorso professionale con un master in Cultural Management e infine con un Dottorato di ricerca che riguarda la letteratura spagnola moderna e contemporanea presso l’Università di Ljubljana. Ha lavorato come traduttrice, insegnato presso l’Università di Trieste, ha pubblicato diversi articoli letterari e ha collaborato a numerosi progetti di carattere culturale. La sopravvissuta, il suo primo libro, ha vinto due premi letterari: il premio narrativa “Roberto Visintin” di Sagrado, all’interno della rassegna Il Libro delle 18.03, e il premio opera prima “Franco Loi” dell’associazione Pellasgo 968 a Grottammare.

Marina Lalovic è una giornalista serba nata a Belgrado nell’ex Jugoslavia.Nel 2000 si trasferisce in Italia dove si laurea presso l’Università “La Sapienza” in Editoria e Giornalismo. Ha lavorato come redattrice TV del Babzine, il Magazine settimanale di Babel TV, canale 141 di Sky, dedicato alle questioni dell’immigrazione in Italia. Era corrispondente da Roma per quotidiano serbo “Politika” come anche per la radio-televisione serba, B92. Attualmente fa parte della redazione esteri di Rainews 24 e collabora con Radio3Mondo, Radio Rai 3, dove conduce la rassegna della stampa estera e gli approfondimenti del programma.


Terza edizione 
La Germania sì che ha fatto i conti con il nazismo” di Tommaso Speccher

L’Italia ha un problema aperto con la propria storia, dal fascismo agli anni ʼ70. La Germania ci appare diversa, capace di affrontare l’orrore del proprio passato nazista. Ma è davvero così? Oppure anche per i tedeschi la battaglia per la memoria è una battaglia, di giustizia e civiltà, per nulla scontata e sempre sotto attacco?

Tommaso Speccher: Dottore di ricerca in filosofia contemporanea alla Freie Universität di Berlino, si occupa dal 2008 di divulgazione storica, culturale e politica come responsabile di alcuni memoriali e musei berlinesi. È autore di monografie in lingua tedesca sui temi della memoria e del ventesimo secolo. L’ultima pubblicazione è “La Germania sì che ha fatto i conti con il nazismo”, edito da Laterza.


Quarta edizione  “Nanda e io” di Enrico Rotelli

Enrico Rotelli racconta Fernanda Pivano: lo fa in qualità di suo assistente ma soprattutto con la veemenza di un giovane non ancora trentenne che, di fronte a un futuro incerto, sogna l’avventura della rivoluzione e della letteratura. È stato al suo fianco negli ultimi anni, aiutandola nella stesura dell’opera forse più importante di tutte: la sua autobiografia. E ora, in questo toccante memoir che ha il sapore di un romanzo di formazione, rivive quegli anni, i viaggi, gli incontri con i migliori geni di un’epoca passata ma non per questo perduta, anzi sempre viva e vibrante di generazione in generazione, e compone così il ritratto – intellettuale e profondamente umano – di una delle figure più autentiche e dirompenti della letteratura italiana.
“Nanda e io” può essere definito un romanzo di formazione capace di intrecciare sapientemente il genere della biografia con quello dell’autobiografia. L’autore conserva lo stupore di un giovane di provincia alle prese con una storia più grande di sé che gestisce e rimaneggia con grazia, sincerità e rispetto. Enrico Rotelli si addentra così anche nello spirito di un’epoca, restituendo spiragli di altre decadi con una scrittura agile, sicura e allo stesso comunicativa ed efficace

Enrico Rotelli collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera con articoli sulla letteratura statunitense per i quali ha ricevuto il premio Amerigo 2020. È stato assistente di Fernanda Pivano di cui, tra gli altri, ha curato i volumi Diari 1917-1973 e Diari 1974-2009 ed è coautore dei libri autobiografici di Valentina Cortese Quanti sono i domani passati, da cui è tratto il film premio Nastro d’Argento Diva!; di Carla Fracci Passo dopo passo, da cui è tratto il film Carla; di Paola Turci Mi amerò lo stesso, da cui è tratto il monologo teatrale omonimo e di Gillo Dorfles, Paesaggi e personaggi. Per anni ha seguito i progetti editoriali della Fondazione Fabrizio De André. Ha inoltre tradotto Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald.


Quinta edizione  “Avere una brutta natura” di Gioia Salvatori

Sono fogli e sfoghi sparsi, raccolti sotto titoli improbabili di capitolo, che non sono poi nemmeno stati ordinati in un indice, dato che si possono gustare saltabeccando qua e là, insomma lo zapping qui è addirittura consigliato. La narratrice racconta o finge di raccontare a un Carlo qualsiasi le sue strane giornate, frenetiche, voraci, piene di luoghi comuni (le multe per esempio) usati per farsi beffa dei topos letterari. Lo fa con prosa e versi che immaginiamo cantati e che si mischiano, lingua spesso inventata, assurda, ironica e incendiaria, che è quella della scena teatrale, e non certo dello scrittore paludato. È un audiodiario, nel senso che andrebbe ascoltato e non letto, di giornate che sembrano normali ma che a un minimo accenno diventano surreali, catastrofiche, scombiccherate, impazzite come capita alla maionese, per chi non riesce a mantenere il ritmo del giro. Giornate tragicomiche in cui molte donne oggi potrebbero riconoscersi. Un compendio di fatti accidentali e accidentati che inciampano nell’emotività dell’autrice e nella presenza-assenza di un ipotetico lui “fin troppo esperito”. Un percorso che si può fare col sorriso, attraverso questa piccola “guida” attraverso quello che si potrebbe evitare o, forse, vivere con maggiore leggerezza”.

Gioia Salvatori, romana, è attrice, autrice e conduttrice, scrive come drammaturga per il teatro e per la radio; è coautrice e conduttrice del programma per Rai Radio3 “Le ripetizioni”. Conduce, con la filosofa Ilaria Gaspari, il programma Playbooks in onda su Raiplay. I suoi monologhi comici sono stati ospitati a Propaganda Live, Radio2 Social Club e, nell’ultimo anno, ha partecipato al format comico teatrale di Serena Dandini “Vieni avanti, cretina!” Dal 2012 ha un progetto web, «Cuoro», che è un contenitore di satira di costume oltre a uno spettacolo teatrale che si declina diversamente, di volta in volta, a seconda dei temi affrontati.